Back to top

1973 – Roberto Sanesi

……Ma la natura più vera di Vasconi rimane simbolistica (in senso lato), ha propensioni metaforiche, vorrebbe essere «universalizzante» corre a volte sul filo di una retorica panteistica, può denotare perfino un certo gusto per il surreale, non nell’accezione classica, e senza ironie. Infiltrazioni che si direbbero letterarie, ma in lui marginali, per quel tanto di volontà di comunicare attraverso il simbolo che gli è propria; non per concordanze culturali o per uso di oggetti già carichi di riferimenti. Le sue letture, per intenderci, includono lo Zarathustra nietzschiano, William blake. L’artista è più nativo e diretto, in certo modo semplice che non premeditato e intellettuale. Per più di dieci anni, con una tecnica assai affinata e da qualcuno azzardatamente il accostata a quella di un certo periodo di Cagli, nelle opere di Vasconi corpi umani si torcono, si dilatano, si smembrano, si incrociano e si confondono con gli elementi naturali che li circondano, li alludono, perdono la loro fisionomia di personaggi perché se ne accentui la dinamica e ne emergano i valori plastici. E’ la luce che delimita e dà peso alle masse. Anatomia umana, di natura non separata. E i valori plastici tendono a farsi simbolici di una situazione, o di una condizione. Il «luogo» degli accadimenti sfugge. La stessa titolazione è significativa delle intenzioni. Quando l’artista si libera di ogni pregiudizio rappresentativo raggiunge i momenti più convincenti.

1973 Roberto Sanesi

No Comments

Leave a Reply