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1965 – Carlo Munari

Mi sembra ozioso per Franco Vasconi scomodare Boccioni e il futurismo, o certo surrealismo, od anche un certo Cagli, alla ricerca di una paternità. E’ piuttosto vero che Vasconi, uomo del nostro tempo, ha filtrato una cultura a lui sicuramente congeniale, e che questa cultura non gli è rimasta allo stato di grumo, di sedimento, ma si è rivelata attiva e stimolante. Onde lentamente e maturato quel suo linguaggio non facilmente confondibile, che si regge, come è stato giustamente osservato, su una tecnica raffinata, <<antica >>. Un linguaggio, si deve aggiungere, sempre capace di trasmettere all’osservatore un messaggio umano. Non è chi non senta come i fantasmi che emergono dai suoi congegni plastici cristallizzino in sè una condizione umana: di gioia, di tormento e di dolore. Vasconi è un artista tutto da rivedere e rivalutare: l’arte fantastica italiana potrebbe allora annoverare un altro esponente, e di non poco talento.

1965, Carlo Munari

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